Demetrio è nato domenica 11 Dicembre 2016 alle 18.30 con luna crescente, nella nostra casa di Prarostino, con le ostetriche Gaudenzia, Anna e una giovane ostetrica che stava imparando il mestiere, di nome Giulia.
Intorno al mio 4° mese di gravidanza una cara amica mi raccontò che vent’anni prima aveva partorito le sue due figlie in casa . Ascoltai affascinata il suo racconto e le sue riflessioni. Nessuno mi aveva mai parlato prima di qualcosa del genere. Mi diede un libro da leggere e il contatto con Gaudenzia. Contattai l’ostetrica che ampliò il mio orizzonte di conoscenze sull’argomento e mi resi conto che l’esperienza del parto poteva diventare un’occasione molto profonda e assolutamente unica di conoscenza di sè.
Andrés, il mio compagno, mi raccontò che alcune sue amiche in Cile, stavano già portando avanti da anni esperienze di parto in casa. C’era tutto un movimento di donne determinate a riappropriarsi delle forze ancestrali che venivano loro sottratte; e l’esperienza del parto naturale era una di queste. Mi documentai molto nei mesi successivi attraverso la lettura e i racconti di persone che avevano partorito in casa.
La questione era importante e trattava dei massimi sistemi; si parlava di vita, morte, corpo, politica, salute, femminismo, antropologia, educazione, diritti, convenzioni sociali. L’argomento era immenso e per quanto mi riguardava incredibilmente interessante.
Avevo deciso. Volevo che mio figlio nascesse in casa. Lo desideravo con determinazione. Volevo essere protagonista di questa esperienza insieme a lui. Non potevo perdere questa occasione. E non volevo che la perdesse lui! Avevo la sensazione che entrambi saremmo usciti molto più forti da questa esperienza. Andres era d’accordo ed entusiasta.
In questo viaggio intrapreso fu fondamentale per noi aver trovato una guida esperta: Gaudenzia conosceva molto bene il suo mestiere di ostetrica; noi ci siamo affidati a lei e lei ci ha accompagnati. Le sono molto grata per la sua assistenza e i preziosi consigli che mi ha dato durante gli ultimi mesi di gravidanza, il parto e il puerperio. La sua presenza in quei giorni è stata indispensabile.
Sarebbe bellissimo che le donne avessero più facile accesso all’esperienza del parto naturale e che venissero messe nelle condizioni di scegliere più liberamente come partorire i loro figli. Consiglio sempre alle donne incinte che conosco e frequento di pensare a questa possibilità per il loro parto, provo a raccontare la mia storia, ma devo ammettere che molto spesso questo discorso impaurisce e crea muri nella comunicazione. Me ne dispiaccio davvero. Per me è stato un momento di estrema importanza. E anche per mio figlio.
Nelle settimane successive al parto ho scritto alcuni pensieri. Riporto qualche frase. Sono emozioni vive, un po’ confuse e poco elaborate, ma in qualche modo molto vere.
“Andrés ( il padre, ndr) è rimasto molto colpito dal parto. Ha detto che è una cosa che ha a che fare con le forze naturali come tornado, terremoto, vulcano. Una potenza, una violenza, un’incredibile sprigionarsi di energie, un evento traumatico di creazione primordiale. Mi piace questa sua idea di ciò che è stato, di ciò che lui ha vissuto.
Io invece ho un ricordo meno concreto delle sette ore di travaglio che sono trascorse. Ho vissuto molte emozioni distinte, profonde e contraddittorie: potenza, impotenza, insicurezza e grande forza interiore, qualcosa che arrivava dall’alto e cadeva nella terra. Incredulità, impossibilità, rassegnazione, paura, angoscia. Stupore, sospensione del tempo, trance, sonno-sogno, percezione delle voci e dei suoni fuori di me. E poi il dolore profondo che stava dentro, che stava sotto, e che intermittente emergeva sempre di più, portandomi nel fondo di me.
Il mio parto è stato un grido intermittente, una potente espirazione, una voce forte e fondante che mi permetteva di generare forza. E’ stato come una voce, dentro. La mia voce. ”
Andrés è stato con me dall’inizio, standomi vicino. Poi nella fase finale del parto mi sono aggrappata a lui con incredibile forza e il suo corpo che mi sosteneva mi ha permesso di far nascere nostro figlio. Ricordo che durante le ultime spinte lui gridava-cantava con me. Forse aveva la sensazione che così l’energia si amplificasse, oppure forse aveva solo voglia di cantare con me.
Gli sono grata di essere stato forte, di essersi fidato di me, di avermi fisicamente sostenuta e di non aver avuto paura. Solo lui poteva farlo. E anche per lui è stato importante averlo fatto.
Demetrio è stato molto bravo a nascere. Abbiamo collaborato bene insieme per questo grande evento. Appena l’ho visto e l’ho toccato, il dolore è svanito; non potevo credere che ci eravamo riusciti e che ora ci stavamo guardando. Un meraviglioso stupore, ricordo di quel nostro primo incontro. In quella penombra magica lui era una bestiolina di puro istinto, stanco ma felice.
Aprile 2020
Giulia