Benvenuti e benvenute sul mio sito! Sono un’ostetrica, mi occupo con passione della nascita e dei primi momenti. Ho accompagnato molte madri nel dare alla luce i loro figli sia in casa, che in ospedale, attraverso un percorso personalizzato, fondato sul riconoscimento dei propri bisogni, desideri, aspettative, ma anche sulla valorizzazione del sapere insito in ogni donna.
Ero molto giovane quando, un libro, alcune donne e tanta curiosità mi portarono su questa via: il primo incontro lo feci con Leboyer, leggendo “Per una nascita senza violenza”, che mi colpì molto per la marea di sensazioni e di emozioni che scoprivo nel bambino alla nascita, mentre veniva tirato fuori, sfregato, manipolato, esplorato…. questo mi turbò molto.
Studiando infermieristica feci tirocinio in sala parto dove vidi il mio primo parto…. Con grande stupore assistetti a una scena raccapricciante, dove l’ostetrica sgridava una donna in procinto di partorire perchè non s’impegnava a sufficienza. Questa donna era esausta, sudata, visibilmente frustrata, mortificata; l’ostetrica si accaniva su di lei, urlandole la sua incapacità a partorire, denigrandola, senza un minimo di complicità, poi la tagliò, qualcuno si coricò sul ventre di quella donna e quando la testa del piccolo affiorò, l’ostetrica la prese tra le mani e letteralmente ruotò, tirando verso di sè il piccolino, che uscì strillando come un animaletto, percuotendolo sui piedi per farlo urlare di più… “Si sa che urlare apre i polmoni!”
Ero sconvolta…. Giurai che non avrei mai fatto quel lavoro!
Il giorno dopo vidi il mio secondo parto con un’ostetrica differente: era una donna piccolina, più grande d’età, con il viso dolce, lo sguardo calmo, ma fermo. Iniziò a parlare alla signora sul lettino, in quella posizione così esposta e passiva…. le parlò con complicità, con calore, sorridendole, invitandola a spingere, poi incitandola… mi colpì il silenzio, il rispetto per quel momento così sacro….Sì, potei cogliere un qualcosa di sacro, di grande in quell’istante, dove un bambino veniva alla luce senza piangere, senza essere percosso, come usava allora.
Pochi giorni dopo, per caso, trovavo un libro: “Riprendiamoci il parto”, sulla nascita di alcuni bambini in casa, a cura del gruppo femminista di Boston.
Fu un colpo di fulmine! e fu lì che decisi che da grande avrei fatto l’ostetrica… in casa.
Avevo 16 anni… E oggi, eccomi qua, con la mia esperienza e ancora tanto da scambiare.
Benvenuti!
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